Descrizione
La Medusa Rondanini
La nostra testa in marmo, raffigurante la medusa “Rondanini” è realizzata in marmo statuario, dalle dimensioni esterne, comprese di base, di 45x20x65 cm.
Realizzata interamente in Italia dai nostri maestri artigiani riproduce il busto della gorgone Medusa attribuito allo scultore ellenico Fidia.
Quando lo stilista Gianni Versace, negli anni novanta del secolo scorso, la elegge ad icona della sua creatività, lo fa rifacendosi ai valori che la Medusa Rondanini ispira: La «seduzione, un’attrazione fatale», ma anche «il senso della storia, il classicismo» Ma qual è l’origine di questa Medusa? Perché la sua effigie è ancora attuale, al punto da essere scelta come emblema privilegiato del fascino?
Fig. 1
La Medusa Rondanini, così chiamata dal nome della famiglia che la collezionava (fig. 1), è la copia romana di un’opera della classicità greca e raffigura quello che molti considerano il primo esempio di gorgoneion del «tipo bello»: un volto femminile dall’espressione composta, con ali sulle tempie e due serpenti che si annodano sotto il mento, molto lontano dal ghigno bestiale con cui veniva raffigurata la Gorgone in epoca arcaica. Fu custodita per molto tempo a palazzo Rondanini, alla fine di via del corso a Roma. Adesso la Medusa Rondanini si trova nella Gliptoteca di Monaco in Germania e un’altra copia, bellissima, inedita, che si trovava nel Museo greco-romano della città di Mantova, ora è situata nel Palazzo Ducale di Mantova. La scultura originale è stata realizzata, forse da Fidia, all’incirca nel v-iv secolo a.C., periodo in cui le fonti letterarie introducono una variante nella leggenda mitica, narrando come Perseo decapiti Medusa mentre è addormentata e dunque mentre il suo sguardo pietrificante è reso innocuo dalle palpebre abbassate (E. Phinney, 1971: 452-453). Per questo motivo, nelle rappresentazioni artistiche la medusa Rondanini perde la mostruosità iniziale (Medusa è ora osservabile) per diventare la vittima impotente e «bellissima» dell’eroe, come reciterà Ovidio (Metamorfosi, iv:794-795). L’immaginario della decapitazione durante il sonno “trasforma” Medusa in una creatura della notte: la si può incontrare solamente nelle tenebre, compare tra le ombre degli Inferi o come disco lunare nel buio del cielo; è la visione terribile che affiora negli incubi, pietrificando, oppure è una dormiente che seduce per la sua avvenenza, subendo la morte. La scultura della Medusa Rondanini, che si colloca cronologicamente al punto di snodo tra la gorgone terribile e la gorgone attraente, si fa carico di tutto questo immaginario «notturno»: la grazia del suo viso inquieta a tal punto da essere associata alla morte, la sua bellezza è così misteriosa e arcana da non poter essere riprodotta. J. W. Goethe, che nel 1786 ha il merito di riportare all’attenzione degli studiosi questa maschera marmorea, legge per esempio nel suo volto «nobilmente bello […] la rigidezza angosciosa della morte […] espressa con indicibile potenza» allo stesso modo, dopo aver ricordato l’«esistenza spettrale» della gorgone nell’aldilà greco, lo storico dell’arte ottocentesco Adolf Furtwängler (1895:161) esalta «il carattere spirituale» della Medusa Rondanini.
La CusenzaMarmi, oggi, ne riproduce alcune copie per i clienti più esclusivi che desiderano ammirare questa scultura nell’intimità della propria abitazione.
Esaminando in dettaglio le foto, potrete apprezzare la nostra estrema cura dei particolari.
Spedizione gratuita in tutta Europa.
